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II mondo del bere è molto ampio ed eterogeneo anche perché esiste molta confusione già riguardo la stessa parola 'cocktail' o 'miscela'. Oscar Cavallera Dorilio Maringoni e Franco Zingales hanno approntato un metodo che partendo dalla semantica della parola chiave indichi con precisione e chiarezza le classi di appartenenza delle varie mescolanze che mente umana possa mal concepire. Tutto questo perché uno dei requisiti indispensabili per la creazione di una buona bevanda miscelata è la fantasia e come ben si può immaginare classificare la fantasia è impresa non facile. Miscela (dal latino miscellus, misto): mescolanza di due o più sostanze che formano un insieme più o meno omogeneo. Questa una parola che raggruppa tutte le bevande miscelate siano esse alcoliche o non lunghe o corte. La prima classificazione è in rapporto alla quantità e della miscela presentata: sarà 'corta' (short) se si tratta di un cocktail alcolico che non superi i 90 g o i 90 cc; 'media' (medium) per tuttii i doppi cocktail che vanno dai 90 g ai 130 g (o dai 90 cc ai 130 cc); sarà 'lunga' (long drink) per quelle bevande che superino i 130 g o i 130 cc. La particolarità essenziale è l'obligatorietà alcolica per gli 'short' drink mentre i 'medi' e i 'long drink' possono essere indifferentemente miscele alcoliche o analcoliche. Dopo questa suddivisione entra in funzione la seconda classificazione per poter indicare l'utilizzo ottimale di queste bevande mettendo in rilievo le loro peculiarità organolettiche specifiche e il momento in cui devono essere consumate. Le classi sono cinque.
Si dividono in due categorie: mattutini (dalla leggera forza alcolica) e serali (vigorosi con un maggiore contenuto alcolico). Le dosi: da 60 cc ai 130 cc (doppio cocktail). Devono avere un gusto che rientri in questa gamma: secco, amabile o amarognolo. Sono da considerarsi appartenenti a questa categoria tutte le miscele aventi spiccate qualità aperitive ossia che stimolino l'ipotalamo creando così il desiderio di cibo.
Anche in questo caso le dosi sono comprese tra i 60 e i 130 cc (doppio cocktail). Devono avere un gusto amaro e moderatamente dolce. Sono da considerarsi appartenenti a questa categoria tutte le miscele aventi spiccate qualità digestive? ovvero quelle a base di prodotti che eccitino la secrezione dei succhi necessari alla digestione. Da proporre poco tempo dopo i pasti.
Non hanno limite di quantità partendo dalla dose minima di un cocktail (60 cc) fino alla quantità desiderata. Sono da considerarsi appartenenti a questa categoria tutte le miscele aventi tra gli ingredienti, anche in percentuali minime, i seguenti prodotti; panna, latte, uova, brodo, verdure fresche frullate o centrifugate, frutta fresca frullata (anche con latte e miele), gelato. Da proporre in ore lontane dai pasti, a volte in sostituzione di uno spuntino.
Le dosi variano dai 60 ai 220 cc. e sono miscele che per le loro caratteristiche non possono essere considerate né aperitivi, né digestivi, né alimentari. Da consumare lontano dai pasti.
Hanno caratteristiche che permettono un loro impiego in vari momenti della giornata e quindi possono rientrare in più di una categoria. Non hanno limite di quantità (partono dal minimo di 130 cc dei long drink) e tradizionalmente devono essere analcolici (eventualmente il grado alcolico non deve superare i 13°).